Intestazione Pegliflora

Anno Sociale 2010 – 2011


Gita Sociale a Mele
22 gennaio 2011



Stemma di Mele




Foto del Municipio
Il Municipio
Foto di Davide Papalini

Meta della gita è stata la ridente cittadina di Mele, affacciata sul mare, sospesa tra i monti, già "villa" del contado di Voltri, documentata nel 1204, centro autonomo nel 1797, annessa al Regno di Sardegna a seguito del Congresso di Vienna del 1814.

La passeggiata attraverso il centro del paese, con una breve visita alla Chiesa di Sant'Antonio Abate, dove ammiriamo alcune pregevoli tele di Carlo Giuseppe Ratti, e lungo il belvedere, da cui godiamo del panorama sulla valle, ci conduce al nostro obiettivo: l'Oratorio di Sant'Antonio Abate, uno scrigno ricco di tesori che l'omonima Confraternita ha custodito nei secoli.

Foto della Chiesa di S. Antonio Abate
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Foto di Davide Papalini
Foto Oratorio
Oratorio di Sant'Antonio Abate
Foto tratta dal sito del Comune di Mele

L'Oratorio trae origine, come sovente accadeva nei tempi andati, da una "casaccia", che nel 1536 i Mellesi furono autorizzati ad edificare in onore di Sant'Antonio.

Nello stesso anno nacque l'omonima Confraternita, che per quasi 500 anni ha coniugato le opere di misericordia corporali e spirituali con la cura della sua sede.

L'Oratorio, così come possiamo ammirarlo oggi, è frutto della sua riedificazione e decorazione della seconda metà del '700.

Pregevole è il ciclo pittorico di Carlo Giuseppe Ratti con le Storie della vita di Sant'Antonio, così come la pala d'Altare di Andrea Ansaldo, raffigurante San Bernardo di Chiaravalle, uno dei Patroni di Genova, modificata in seguito da Orazio De Ferrari per aggiornarne l'iconografia dopo l'incoronazione di Maria Vergine Regina di Genova.

Tuttavia l'attrattiva più rinomata è costituita dalla cassa di Anton Maria Maragliano raffigurante "Sant'Antonio in atto di contemplare San Paolo eremita, che dolcemente sen muore" come scrisse il Ratti.

L'opera fu realizzata tra il 1724 e il 1730 per l'Oratorio di Sant'Antonio Abate della Marina, in via Giulia, noto col nome di Oratorio degli "sbirri". Fu successivamente acquistata nel 1874 dalla Confraternita melese che la tradusse in paese con grandi festeggiamenti.

Foto Cassa
Cassa di Sant'Antonio Abate
Foto tratta dal sito del Comune di Mele
Logo Oratorio
Simbolo della Confraternita

Siamo stati accompagnati nella visita dal Dottor Ignazio Galella, Priore della Confraternita e Assessore alla cultura del Comune di Mele, che ci ha presentato i "gioielli" dell'Oratorio con la competenza dello studioso, l'entusiasmo di chi è consapevole del valore dei tesori che custodisce, la disponibilità di chi è avvezzo a prendersi cura degli altri.

A lui dobbiamo la documentazione utilizzata per gli approfondimenti.

Logo Baccicin du Caru

Il Comune di Mele comprende la frazione di Acquasanta, sede del celebre Santuario di Nostra Signora dell'Acquasanta dove, il 21 novembre 1832, il Re Ferdinando II di Borbone si sposò con Maria Cristina di Savoia, e quelle di Biscaccia, Fado, Ferriera e Fondo Crosa.

La nostra gita si è conclusa al Fado, all' Osteria Baccicin du Caru, dove siamo stati allietati, oltre che dalla reciproca compagnia, dalla cucina della casa.

In effetti, il menu concordato dalla nostra Presidente ha accompagnato da protagonista la conclusione conviviale della gita.

Menu al "Baccicin du Caru"




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