Intestazione Pegliflora Incarnata


Concorso Internazionale di
Decorazione Floreale

Genova e i suoi Giardini di Delizia


Le meraviglie di Pegli


Il panorama dal mare

Panorma di pegli a ponente


Panorma di pegli a levante/



Villa Durazzo Pallavicini  –  XVIII ÷ XIX secolo
Via Ignazio Pallavicini, 13

Il Palazzo Pallavicini Il palazzo della villa ospita il
Museo di Archeologia Ligure.
Ai piedi della scalinata si trova il
Giardino Botanico,
concepito e fondato nel 1794 da
Clelia Durazzo Grimaldi.
Targa Museo Arheologico



Il laghetto di Villa pallavicini
Tutti i diritti su questa foto sono detenuti dall'Autore Fabrizio Fazzari,
che ne ha cortesemente concesso l'uso all'Associazione Pegliflora per il suo sito.


Il parco è stato progettato e realizzato, su incarico di Ignazio Alessandro Pallavicini, tra il 1840 e il 1846 dall'Architetto Michele Canzio, scenografo del Teatro Carlo Felice.

Si tratta di un giardino romantico, concepito come una sequenza di quadri che accompagnano il visitatore attraverso un percorso simbolico, che si conclude, dopo una successione di scene di gioia e di dolore e la discesa agli inferi, con l'arrivo alla scenografia del lago, immagine catartica del Paradiso.

Di grande effetto, durante la fioritura, è il viale delle camelie, costituito da una delle più antiche collezioni italiane di tale fiore.




Villa Centurione Doria  –  XIV secolo
Piazza Cristoforo Bonavino, 7

Gli affreschi realizzati nel XVI secolo da
Nicolosio Granello, Ottavio Semino
e Lazzaro Tavarone
decorano ancora oggi le volte delle sale
Il soffitto del salone

Nicolosio Granello – Giasone davanti a Pelia
La targa del Museo Navale che ospitano il Museo Navale e
il concorso di Decorazione Floreale
Purtroppo oggi il laghetto,
celebre attrattiva del "giardino di delizie"
decantata da Giorgio Vasari,
è irriconoscibile
Il laghetto dell'Alessi

Il Laghetto progettato da Galeazzo Alessi
(metà del cinquecento)



Chiesa di Nostra Signora delle Grazie (Cappella Doria)  –  XVI secolo
Via Beato Martino da Pegli, 2

Cappella Doria: la cupola Gio Andrea Doria, nipote sia di Adamo Centurione, committente della costruzione di Villa Centurione Doria, che di Andrea Doria, Padre della Repubblica di Genova, nel 1591 affidò ad Andrea Ceresola, detto il Vannone, la costruzione della cappella gentilizia, intitolata a Nostra Signora delle Grazie, e dell'annesso conventino.
A Gio Andrea, all'età di 10 anni, fu promessa in sposa Zenobia del Carretto. Nonostante il matrimonio fosse stato combinato per motivi economici e politici, i due sposi si amarono intensamente. La lapide apposta sopra il portone di ingresso della chiesa testimonia tale sentimento. Cappella Doria: l'interno
Cappella Doria: la lapide
MDXCII
Donna Zanobia Doria morta e Gio Andrea Doria vivo principi III di Melfi etc. ma invero tutti due morti et tutti due vivi perchè fu la vita di chi è morta tale che viverà sempre et chi vive restò in modo per la sua morte che fra i morti può esser riputato hanno fatto ornato et dotato questa chiesa dedicata a N.S. delle Gratie a honor et servicio di Dio utile di questo popolo et commodo delle loro case et datola a questi Padri perchè preghino per le anime loro et de suoi descendenti



L'Oratorio di S. Martino  –  XIII secolo
Via Beato Martino da Pegli

L'Oratorio di S. Martino: l'altare maggiore

A partire dal 1260 si svilupparono le compagnie dei disciplinanti. Si raccoglievano nelle Casacce per pregare e fare penitenza.

Col tempo si diedero a praticare le opere di misericordia, corporale e spirituale, ed ebbero Statuti che organizzarono la loro vita.

l'Oratorio di San Martino, sede dell'omonima Arciconfraternita, fu all'origine una casaccia, che fu sostituita da una fabbrica quattrocentesca, con un presbiterio staccato dal corpo della chiesa.

Tra il 1600 e il 1700 i due manufatti furono consolidati nell'edificio giunto fino ai giorni nostri.

Lo sviluppo dell'Oratorio rispecchiava l'importanza che nella comunità aveva assunto l'Arciconfraternita. I Confratelli, oltre agli aspetti spirituali e penitenziali, tenevano in gran conto la solidarietà reciproca, l'istruzione dei fanciulli, la cura dei malati e dei bisognosi, la sepoltura dei morti e le preghiere di suffragio

L'interno dell'Oratorio offre lo splendore delle decorazioni settecentesche.

L'Arciconfraternita affidò a Giovanni Agostino Ratti il compito di affrescare la volta e le pareti e di dipingere due tele per il presbiterio.

Sono presenti anche opere di Giovanni Battista Chiappe di Novi Ligure (il "Cristo nell'Orto" è considerato il suo capolavoro), di Giuseppe Galeotti e di Antonio Maria Pittaluga. È ignoto l'autore della splendida tela "Cena a casa di Simone il fariseo" della parete di fondo, deliberato nel 1718.

Di rilievo sono il Crocifisso ligneo del Maragliano, collocato all'altare delle Anime, i Crocifissi processionali con i loro ricchi arredi, le "casse" di San Martino, della scuola del Maragliano, e di Santa Rosalia, la splendida statua lignea dell'Immacolata, anch'essa del Maragliano.

Negli armadi dell'Oratorio sono conservati costumi, cappe e tabarrini che risalgono fino al XVIII secolo.

L'Oratorio di S. Martino: panoramica



Parrocchia Matrice dei Santi Martino e Benedetto   –  XII secolo
Via Beato Martino da Pegli, 11

Chiesa dei Santi Martino e Benedetto

L'esistenza della Chiesa dei Santi Martino e Benedetto è documentata dal 1157.

In effetti la sua attuale conformazione risale agli inizi del 1900, quando l'edificio fu alzato e trasformato da tre navate ad una sola navata.

La Marchesa Teresa Pallavicini vedova Durazzo, assieme al figlio Giovanni, contribuirono in modo determinante al finanziamento di tali lavori.

La decorazione del presbiterio e della volta fu affidata ad Antonio Orazio Quinzio, che assieme al padre Giovanni, dipinse nel primo il Redentore, nella seconda il "Trionfo di San Martino"

La chiesa confina con il Parco di Villa Durazzo Pallavicini e la sua tribuna gotica fa parte della scenografia ideata dal Canzio. Anche il campanile ha un ruolo nella villa, tanto che il Marchese Alessandro Ignazio Pallavicini, nel 1861, lo trasformò in forma neoclassica con una cupola eguale a quella del tempio di Diana; in tal modo i due tempi, quello pagano e quello cristiano, realizzano un gioco prospettico in una delle scene più struggenti dell'impianto.

Chiesa dei Santi Martino e Benedetto



Oratorio dei Santi Naziario e Celso   –  XI secolo
Salita Monte Oliveto, 1

Oratorio dei Santi Nazario e Celso

La prima citazione di una chiesa a Multedo risale al 1210, ma è probabile la sua origine risalga al 1000 o addirittura prima. È dedicata ai Santi Nazario e Celso.

Quando, nel XVI secolo, viene costruita la nuova Parrocchia a cura dei Carmelitani, l'edificio diviene sede della Confraternita dei Santi Nazario e Celso. Esso fu ampliato, restaurato e impreziosito con affreschi realizzati da Lazzaro Tavarone sulle vite dei santi Patroni. Sulla parete di fondo l'artista dipinse una pregevole "Ultima Cena".

Tra i tesori della Confraternita spiccano i Crocifissi processionali, di cui uno attribuito al Maragliano, con i loro splendidi arredi, e la dotazione di cappe e tabarrini.

Nel 2010 la Confraternita ha celebrato i 450 anni dalla fondazione e continua a mantenere nel decoro l'Oratorio e i suoi tesori.

Oratorio dei Santi Nazario e Celso



Parrocchia Santa Maria e Santi Naziario e Celso   –  XVI secolo
Salita Monte Oliveto, 3

Chiesa di Monte Oliveto

Nel 1516 i Carmelitani progettarono di costruire sulla collina di Multedo, in posizione più elevata rispetto alla chiesa esistente, un convento con chiesa dotata di campanile, da dedicare a Santa Maria, detta poi di Monte Oliveto, perchè il luogo era ricco di olivi.

La chiesa fù consacrata nel 1637; all'intitolazione alla natività di Maria Santissima si aggiunsero, quali contitolari, i Santi Nazario e Celso.

Tra le opere d'arte conservate all'interno spicca la tavola della "Deposizione dalla Croce" del pittore pavese Pier Francesco Sacchi. Sono inoltre conservati dipinti di Domenico Piola, Bernardo Castello, Simone Balli, Andrea Semino e Luciano Borzone.

La cassa processionale della Confraternita di Nostra Signora del Carmine, con l'effigie della Madonna, è opera di Filippo Santacroce, realizzata nel 1605 .

Nel 1610, nella Cappella della S. Croce, si fece il primo presepio con figurine di legno vestite.

Chiesa di Monte Oliveto



Parrocchia Santa Maria Immacolata e San Marziano   –  XX secolo
Piazza Santra Maria Immacolata, 1

Chiesa Immacolata  interno

La prima pietra della Chiesa dedicata a Santa Maria Immacolata e San Marziano fu benedetta nel 1884. Nel 1890 essa fu eretta a Parrocchia.

Il panorama di Pegli, da allora, è caratterizzato dalla cupola del nuovo tempio, che è stato definito "casa di Dio e porta del Cielo".

Chiesa Immacolata  esterno
Chiesa Immacolata  esterno

La facciata è stata intonacata nel 2006. Fino ad allora era in pietra a vista.




Parrocchia di San Francesco   –  XX secolo
Via Emilio Salgari, 2

La prima pietra della chiesa di san Francesco d'Assisi fu benedetta dal Cardinale Giuseppe Siri il 29 gennaio 1961. Il 24 aprile 1965 lo stesso Cardinale la consacrò, avendola già eretta a Parrocchia.

La chiesa nacque a fronte del notevole incremento della popolazione conseguente lo sviluppo del "Quartiere Giardino".

Il Comm. Francesco Ferdinando Moliè, fondatore della Elah, e la moglie donarono parte dell'area e fornirono i mezzi per la costruzione dell'intero complesso: chiesa, canonica, opere parrocchiali. La rimanente parte dell'area fu donata dalla Società "Quartiere Giardino".

San Francesco
San Francesco

L''edificio fu realizzato su progetto dell'architetto Giuseppe Fortunato e dell'ing. Orazio Bagnasco. L'ing. Gianni Canepa calcolò il cemento armato.




Parrocchia di San Antonio Abate   –  XX secolo
Via Giacinto Caldesi, 8

Sant Antonio

Nella località Laviosa, nella parte più occidentale di Pegli, nel 1213 è documentata l'antichissima chiesa di San Marziano.

Cessò di esistere come luogo di culto nel 1463 e fu trasformata in casa colonica, i cui resti sono tutt'ora visibili.

Pochi anni dopo, nel 1478, più a valle, presso la strada litoranea, sorse una cappella in corrispondenza del romitorio dove aveva soggiornato il Beato Martino Ansa, detto "da Pegli", patrono dei sarti per la cura che si prendeva dei pellegrini, ai quali all'occorrenza riparava gli abiti.

L'edificio assunse il titolo di Oratorio e Romitorio di S. Antonio Abate, passò ai Francescani, che nel 1602 innalzarono un campanile e successivamente sostituirono il romitorio con un convento; nel 1690 i frati costruirono una nuova Chiesa.

Nel suo testamento olografo, stilato il 20 maggio 1875, il Signor Giovanni Francesco Giuseppe Martinez del fu Pietro Saverio scrisse: … lascio il mio caseggiato a lato del mio convento di S. Antonio nel Comune di Pegli, con l'orto sottoposto, più Lire cento mila e lo destino per la formazione d'un spedale a benefizio dei poveri del Comune di Pegli e quello di Prà …

L'ospedale è stato dismesso negli anni 90 del 1900.

La chiesa fu eretta a Parrocchia l'8 dicembre 1957 dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Siri, a seguito dell'incremento di popolazione nella parte occidentale di Pegli.

Nel 1962 la Chiesa fu rifatta interamente su progetto degli architetti Paolo Emilio Puppo ed Enrico Poloni e consacrata il 16 giugno 1965 ancora dal Cardinale Giuseppe Siri.




Palazzo Lomellini (Grand Hotel Mediterranée)   –  XVI secolo
Lungomare di Pegli, 69

Palazzo Lomellini Una delle ville che la famiglia Lomellini possedeva a Pegli è stata trasformata in albergo.
L'Hotel Mediterranée ha accolto ospiti illustri quando a Pegli soggiornavano clienti di rilievo provenienti da tutto il mondo.
Ad esempio, nel 1879, Sua Altezza Reale il principe ereditario Federico Guglielmo III Hohenzollern, insieme alla moglie Vittoria d'Inghilterra e ai figli Guglielmo II, Enrico, Carlotta, Vittoria, Margherita e Sofia soggiornò in questa storica dimora. La famiglia imperiale confidava che la salubrità dell'aria di Pegli, "celebre stazione climatica", giovasse al principe ereditario, ammalato ai polmoni.
Prima della ristrutturazione del giardino, era ancora presente la "palma dell'imperatore Guglielmo", contornata da una panchina sulla quale, si tramandava, si sedesse il famoso ospite.


Palazzo Della Chiesa  –  XVI secolo
Piazza Giacomo della Chiesa

Palazzo del Papa Il 21 novembre 1854 nacque a Pegli, nel Palazzo di villeggiatura di famiglia, Giacomo della Chiesa, il futuro Papa Benedetto XV.
Fu strenuo oppositore della prima guerra mondiale, che definì "una inutile strage".
Grande fu il suo impegno a difesa dei più deboli, come ad esempio il sostegno al popolo Armeno, vittima di persecuzioni in Turchia.
Nonostante il suo aperto contrasto con l'Impero Ottomano, a causa di massacri di cittadini cristiani, i Turchi gli eressero a Costantinopoli, nel 1919, una statua alta 7 metri recante la scritta: "Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l'Oriente".


Arte sui muri
Via Vincenzo Monti

Arte sui muri

Su iniziativa del pittore pegliese Roberto Verardo nel 1992 un tratto di Via Vincenzo Monti è stato trasformato in una galleria d'arte a cielo aperto, con il contributo di oltre 220 artisti.




Ed infine …
… un po' di nostalgia




Le informazioni relative alle chiese di Pegli sono tratte da:
Guglielmo Salvi – Pegli Vol. I Storia delle sue Chiese – Edizione del Lions Club Pegli





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